Lunedì sera il governo ha approvato il cosiddetto “decreto dignità”, un decreto legge che contiene una serie di interventi in particolare sul lavoro. Per rendere il provvedimento operativo è necessaria la firma del Presidente della Repubblica e il vaglio del Parlamento per le modifiche e l’approvazione definitiva. Le novità principali in materia di lavoro riguardano i contratti a tempo determinato ed il costo del licenziamento.

In merito al contratto a tempo determinato, il decreto ne diminuisce la durata massima da 36 a 24 mesi e rimette l’obbligo di fornire la causale e le ragioni se il contratto a termine supera i 12 mesi. Inoltre, il numero di proroghe ammesse si riduce da cinque a quattro.

Il decreto alza, anche, il costo del licenziamento, aumentando del 50 per cento l’indennizzo minimo e quello massimo per chi viene licenziato senza giusta causa.

Secondo il “Sole 24 Ore” del 4 luglio, gli industriali ritengono che tale decreto innesterà “una retromarcia” con il risultato di avere meno lavoro e non meno precarietà. Tali preoccupazioni accomunano anche commercianti, esercenti ed artigiani.